Nell’appartamento milanese di Molly Molloy
Intervista di Alice Morby
Fotografie di Ambra Crociani
Nel 2018, insieme all’ex direttrice moda di Vogue Lucinda Chambers, la designer (e pittrice occasionale) milanese ha fondato il marchio d’avanguardia Colville. Il marchio prende il nome dalla via londinese in cui viveva David Hockney, ed è da loro descritta come “l’antitesi della fast fashion”, sostenitrice della longevità e integrità di tutte le sue collezioni.
Dalla sede milanese di Colville, Molloy ci racconta la sua carriera fino ai giorni nostri, condivide i segreti del suo successo collaborativo, parla della sua vita attraverso gli oggetti e riflette sui momenti della sua infanzia in cui la creatività e il colore hanno avuto un profondo impatto.
Ha parlato di essere affascinata da design di tutti i tipi, mi interessa quindi sapere come questo si traduce nello spazio in cui vive e nelle cose di cui si circonda.
MM: Penso che l’ambiente circostante sia davvero importante e trovo difficile non vedere la bellezza nelle cose, non trovarne il significato o una storia. Penso che gli oggetti ci facciano in un certo senso sentire sicuri e ho una vera e propria collezione di oggetti che mi circondano, al punto che il mio appartamento sta quasi per esplodere! Compro molti pezzi vintage, perché adoro il fatto che non siano perfetti al cento per cento. Per anni ho sognato di avere la lampada Foglio di Tobia Scarpa e alla fine ne ho trovata una in un negozio di modernariato vicino a casa mia qui a Milano. È come una mini scultura e trovo che abbia un non so che di femminile, che io adoro.