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Tobia Scarpa

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Quando hai capito che volevi essere designer?

Quando non ero ancora nato, mio padre mi aveva dato il nome che porto e prefigurava il mio futuro mestiere come linguista: così, ahimè, da bambino piccolo e indifeso, ho potuto trovare il mio mestiere copiando quello di mio padre. Non so se l’ho fatto bene perché è un mestiere difficile, ma al tempo la cosa mi sembrava più facile.


Cos’è per te la luce artificiale?

Per me la luce artificiale è uno strumento che a ogni passo della propria vita ti fa lo sgambetto, cambiando sempre qualcosa. Tuttavia questo rappresenta proprio il gusto del gioco: la luce artificiale quindi è lo spazio del gioco.


Perché ti piace lavorare con Flos?

Al tempo in cui lavoravo in Flos la cosa più divertente era quella di stupire sempre, facendo oggetti che venivano considerati impossibili o non commerciali e che poi alla fine si dimostravano vincenti.

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ph. Luciano Svegliado
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Qual è il prossimo oggetto che vorresti disegnare?

In questo momento non saprei quale è il prossimo oggetto che vorrei disegnare. Non saprei proprio individuare un progetto di illuminazione talmente nuovo da offrire alla Flos, anche perché in genere i prodotti si dimostrano eccezionali dopo.


C’è un maestro dell’arte che consideri un riferimento per il tuo lavoro?

Se c’è un maestro d’arte da considerare un riferimento per la mia età… Ritengo di non averne bisogno e casomai penso di essere io un riferimento per gli altri.


Fare del buon vino è più difficile che progettare bene?

Progettare significa attivare dei processi intellettuali e materiali tali da ottenere un risultato soddisfacente. Ne deduco che fare del buon vino o della buona architettura o del buon design sia atto molto simile, per non dire quasi uguale.


Cosa ricordi dell’incontro con Sergio Gandini?

Ricordo bene Sergio Gandini. Venivo da esperienze proprio dettate dai primi momenti della nascente Flos. Poi col tempo abbiamo potuto lavorare assieme, difendendo l’immagine della Flos che andava consolidandosi nel mondo. Ora sono rimasto io, e da solo non posso più giocare a tennis, almeno con lui.

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ph. © Riccardo Crosetta
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ph. © Alberto Vendrame
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